Seyyed Abbas Salehi, Ministro iraniano della Cultura e della Guida Islamica, ha rilasciato queste dichiarazioni sabato, durante la cerimonia ufficiale in onore del Giorno di Hafez presso il mausoleo del poeta a Shiraz.
Il Giorno di Hafez si celebra ogni anno in Iran per onorare il poeta persiano del XIV secolo, le cui opere sono ampiamente lette e la cui influenza si estende ben oltre l'Iran.
Salehi ha iniziato osservando che la poesia ha accompagnato l'umanità fin dall'antichità e ha definito l'espressione poetica una delle prime forme d'arte umana.
Ha definito Hafez un "poeta dell'umanità" e un simbolo dell'armonia tra misticismo, saggezza e libertà intellettuale nella cultura iraniana.
"Divan-e-Hafez è l'essenza distillata del misticismo e della spiritualità iraniano-islamica", ha affermato.
Salehi ha affermato che grandi poeti sono emersi in molte culture, ma tra i venti poeti più importanti della storia mondiale, cinque sono iraniani: Ferdowsi, Rumi, Khayyam, Saadi e Hafez. Tra questi, Hafez si è distinto per aver ottenuto riconoscimenti internazionali durante la sua vita.
Ha citato il poeta tedesco Goethe, che ha affermato che le parole di Hafez sono "grandi come l'eternità", e si è chiesto perché la poesia di Hafez sia diventata universale. Ha sostenuto che Hafez non deve rimanere semplicemente un monumento culturale, ma dovrebbe continuare a rappresentare l'identità iraniana e islamica.
"Hafez era una figura multidimensionale che attraeva persone da ogni prospettiva", ha affermato. "In ogni angolo del mondo, i lettori hanno trovato qualcosa di sé in lui".
Una delle ragioni della sua rilevanza senza tempo, ha affermato Salehi, è la sua profondità spirituale.
Prima dell'Islam, l'Iran aveva una sua tradizione mistica e, con l'avvento dell'Islam, è emersa una nuova forma di spiritualità. Hafez, ha detto, "ha unito questi mondi dentro di sé".
Ha spiegato che avvicinarsi al Divano è come connettersi a "un oceano infinito di significato e conoscenza".
Il titolo Lisan al-Ghayb ("Lingua dell'Invisibile"), dato ad Hafez, riflette la sua percepita connessione con il divino.
Salehi ha anche sottolineato la natura "miracolosa" della lingua di Hafez, affermando che, a parte il Corano e i detti della Casa del Profeta, "nessuna espressione persiana eguaglia la sua". Anche coloro che non conoscono il persiano, ha detto, sono affascinati dalle metafore, dall'ambiguità e dal linguaggio stratificato di Hafez.
Ha sottolineato che Hafez non era solo un poeta del misticismo. "Hafez era libero e libero di pensare, contrario al fanatismo e all'ipocrisia", ha detto, sottolineando che molti lettori occidentali hanno scoperto Hafez per la prima volta grazie a questo spirito di libertà.
Hafez era anche un pensatore filosofico che affrontava questioni esistenziali e spirituali, ha affermato Salehi.
"La sua poesia parla ancora delle preoccupazioni intellettuali e metafisiche dell'umanità moderna."
"Shiraz è fortunata ad aver dato i natali ad Hafez", ha concluso Salehi. "Non appartiene a un'epoca specifica, ma all'eredità eterna dell'umanità."
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