Presstv. Di Humaira Ahad. Sabato sera, al Castello di Dublino, visibilmente emozionata e felice, Catherine Connolly si è alzata per salutare i suoi sostenitori, poche ore dopo la proclamazione dei risultati delle elezioni presidenziali irlandesi.
“Sarò una presidente che ascolta, che riflette e che parla quando è necessario”, ha detto Connolly alla folla festante. “Insieme possiamo dare forma a una nuova repubblica che valorizzi tutti”.
La 68enne politica indipendente di sinistra ha ottenuto il 63% dei voti, sconfiggendo la sua rivale di centro-destra, l’ex ministra Heather Humphreys.
La vittoria di Connolly è stata ampiamente considerata un chiaro segnale che gli elettori irlandesi sono pronti per una presidenza che metterà in discussione gli approcci tradizionali alla politica estera, sfiderà le controverse alleanze militari del Paese e riporterà la giustizia sociale nel dibattito nazionale.
Dalla città di Galway all’Áras an Uachtaráin.
La storia di Connolly inizia in un sobborgo di Galway, città portuale della costa occidentale irlandese, dove è cresciuta come una dei 14 figli in un alloggio popolare. Sua madre morì quando aveva solo nove anni, e suo padre lavorava in un cantiere navale per mantenere la famiglia
Da studentessa, Connolly fece volontariato presso un’organizzazione cattolica per aiutare gli anziani, ricoprendo al contempo altri incarichi nella comunità. In seguito conseguì la laurea in psicologia clinica e giurisprudenza, espletando la professione di avvocato prima di entrare in politica.
La sua carriera politica iniziò nel 1999, quando fu eletta membro del Partito Laburista nel Consiglio Comunale di Galway. Divenne sindaco di Galway cinque anni dopo, nel 2004, e lasciò il partito laburista nel 2007 per proseguire la sua carriera da indipendente.
Per nove anni, fu deputata socialista dell’opposizione nel parlamento irlandese, guadagnandosi la reputazione di parlare con forza di disuguaglianze e questioni di politica estera, in particolare quelle che coinvolgevano gli interventi militari occidentali.
L’ascesa di Connolly alla presidenza rappresenta un cambiamento generazionale e ideologico. È la decima presidente d’Irlanda e la terza donna a ricoprire la carica.
La sua campagna ha ottenuto il sostegno dei partiti di sinistra, tra cui Sinn Féin, il Partito Laburista e i Socialdemocratici, rivolgendosi in particolare agli elettori più giovani che apprezzavano le sue posizioni a favore della giustizia sociale e della Palestina.
Posizione pro-Palestina e anti-Israele.
Durante la sua campagna elettorale, Connolly si è espressa apertamente contro Israele. Ha ripetutamente condannato il genocidio del regime a Gaza e lo ha definito “uno stato terrorista”.
“Se noi in questo Dáil non riusciamo a riconoscere che Israele è uno stato terrorista, allora siamo nei guai”, ha dichiarato in un video condiviso sulla pagina Facebook della sua campagna a giugno, riferendosi alla Camera bassa del parlamento irlandese in cui ha prestato servizio.
In un comizio di settembre, ha collegato la storia di colonizzazione irlandese con la situazione palestinese:
“Vengo da un Paese con una storia di colonizzazione, e sarei molto cauta nel dire a un popolo sovrano come deve governarsi. I palestinesi devono decidere democraticamente chi vogliono alla guida del loro Paese”.
In più occasioni, Connolly ha ricordato che Hamas fu eletto nel 2006 prima che Israele imponesse il blocco su Gaza, e che è “parte integrante della società civile palestinese”, gestendo ministeri e istituzioni pubbliche.
Ha apertamente condannato Israele per il genocidio perpetrato a Gaza e per i suoi attacchi militari nella più ampia regione dell’Asia occidentale, inclusa l’aggressione ingiustificata contro la Repubblica Islamica dell’Iran a metà giugno, che ha causato la morte di oltre 1.000 persone, tra cui comandanti militari e scienziati nucleari.
Queste osservazioni e la sua critica alla politica coloniale e genocida del regime israeliano sono diventate un tratto distintivo della sua campagna.
La sua ferma posizione filo-palestinese e il suo impegno per la giustizia sociale, tra le altre questioni, hanno trovato forte riscontro tra i giovani elettori che hanno dato priorità a una posizione chiara e indipendente sulle questioni globali dei diritti umani.
Mettere in discussione gli Stati Uniti e la NATO.
Le posizioni di Connolly si estendono oltre la regione dell’Asia occidentale. Ha costantemente criticato il coinvolgimento degli Stati Uniti in guerre in cui i finanziamenti americani sostengono operazioni militari in tutto il mondo.
“Il genocidio è stato reso possibile e finanziato con denaro americano”, ha dichiarato la scorsa settimana durante l’ultimo dibattito presidenziale trasmesso in televisione.
Alla domanda su come avrebbe trattato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che possiede un resort di golf in Irlanda e prevede di visitarlo quando ospiterà l’Irish Open il prossimo anno, Connolly ha risposto:
“Se si tratta solo di un incontro, allora lo farò. Se la discussione riguarda il genocidio, allora è una cosa completamente diversa”.
In un’intervista di agosto, Connolly ha criticato duramente le politiche egemoniche degli Stati Uniti, descrivendo Trump come “instabile, imprevedibile, che si comporta come un bullo” e avvertendo che il costo umano della guerra genocida contro Gaza sostenuta dagli americani veniva trascurato.
“Ho un problema di fiducia con l’America? Credo che tutti nel Paese abbiano un problema di fiducia con l’America. Abbiamo un presidente Trump volubile, imprevedibile, che si comporta come un bullo, introducendo dazi quando gli conviene”, ha affermato.
Ha sottolineato la crisi umanitaria a Gaza: “Continuiamo a parlare delle conseguenze dei dazi, ma non parliamo mai delle conseguenze del genocidio… La carestia è stata creata a Gaza come lo fu in Irlanda nel 1845, una carestia provocata dall’uomo”.
Ha anche criticato il complesso militare-industriale occidentale. In parlamento e in dichiarazioni pubbliche, ha spesso espresso scetticismo nei confronti della crescente militarizzazione della NATO e dell’Unione Europea sulla scia della guerra per procura della NATO in Ucraina.
Ha tracciato parallelismi tra le attuali tendenze degli armamenti dell’UE e i potenziamenti militari storici, compresi i paragoni con il riarmo nazista degli anni ’30, e ha messo in discussione l’espansione della NATO verso est.
Ha sostenuto che Stati Uniti, Regno Unito e Francia erano profondamente coinvolti nel commercio globale di armi e che le loro decisioni di politica estera…
“Ciò che sta dietro le loro motivazioni è semplicemente un’industria bellica, più guerra” e “la realizzazione di enormi profitti”. Ha anche affermato: “Questo deve essere sottolineato più e più volte”.
In Parlamento, ha costantemente sottolineato le conseguenze umane degli interventi militari e delle politiche occidentali, non solo a Gaza, ma anche in Siria, dove si è recata nel 2018.
Ha definito la sua opposizione a certe potenze occidentali e alleanze militari coerente con le esperienze storiche dell’Irlanda e il suo impegno per la neutralità.
Il nuovo presidente irlandese ha anche sottolineato di voler difendere la tradizione irlandese di neutralità militare, di fronte alle richieste che il Paese contribuisca maggiormente alla difesa europea.
Durante la sua campagna elettorale, ha affermato che dovrebbe essere indetto un referendum su un piano governativo per rimuovere il “triple lock”, le condizioni per l’impiego di soldati irlandesi in missioni internazionali.
Reazioni nazionali e internazionali.
L’elezione di Connolly ha scatenato reazioni in tutto lo spettro politico irlandese.
Heather Humphreys, la sua rivale di centro-destra, ha affermato che Catherine sarà una presidente “per tutti noi, e sarà la mia presidente, e vorrei davvero augurarle tutto il meglio”.
“Catherine Connolly è la nuova presidente dell’Irlanda, nonostante gli sforzi dei media mainstream che hanno fatto di tutto per fermarla. Catherine si è opposta alla militarizzazione dell’UE, alla macchina da guerra della NATO, all’imperialismo occidentale”, ha affermato.
In un messaggio di congratulazioni al popolo irlandese, il famoso documentarista irlandese Sean Murray ha dichiarato: “Una vittoria contro il corporativismo, i criminali di guerra, la corruzione e tutti gli sporchi trucchi dell’establishment. Ma soprattutto una vittoria netta per il popolo irlandese”.
Gli osservatori internazionali hanno sottolineato l’importanza delle sue posizioni in politica estera.
La copertura mediatica ha descritto Connolly come una persona schietta sul genocidio di Gaza, critica nei confronti del regime israeliano e diffidente nei confronti degli interventi della NATO e degli Stati Uniti.
La sua elezione riflette una convergenza di fattori, tra cui la crescente insoddisfazione per le disuguaglianze, il sostegno a una politica estera neutrale e la mobilitazione dei giovani elettori che sostengono programmi progressisti in materia sociale e di politica estera.
Si è impegnata a concentrarsi sull’ascolto e sulla riflessione, affermando: “Insieme possiamo dare forma a una nuova repubblica che valorizzi tutti, che valorizzi e promuova la diversità e che abbia fiducia nella nostra identità, nella nostra lingua irlandese, nella nostra lingua inglese e nei nuovi arrivati nel nostro Paese”.
A livello nazionale, gli esperti ritengono che la presidenza di Connolly possa rafforzare la visibilità delle posizioni di sinistra su giustizia sociale, uguaglianza e inclusività.
A livello internazionale, segnala che l’Irlanda potrebbe assumere una posizione più decisa sulle questioni umanitarie, una posizione in linea con le convinzioni che ha espresso nel corso della sua carriera.
Traduzione per InfoPal di F.L.
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