La creazione di un centro culturale islamico a Legnago, annunciata nei giorni scorsi dall'associazione «Al Wifaq», per il vicesindaco Claudio Marconi «è un'iniziativa legittima». Il braccio destro del sindaco Clara Scapin, anche attraverso il proprio profilo Facebook, ha ritenuto opportuno superare l'atteggiamento prudenziale del primo cittadino nei confronti del progetto messo a punto dall'associazione islamica, che intende creare nel giro di un anno un grande centro per le attività ricreative e la preghiera nel complesso di via della Repubblica, a poca distanza dal duomo di San Martino, che un tempo ospitava una palestra. Per Marconi, infatti, l'iniziativa, di cui beneficeranno gli 800 musulmani residenti in città, quasi tutti di origine marocchina, «rientra tra le prerogative di quanti risiedono in Italia da diversi anni e contribuiscono alle tasse locali al pari di tutti gli altri legnaghesi». Il vicesindaco, pur condividendo con Clara Scapin l'idea che «ogni passaggio progettuale dovrà essere realizzato secondo le norme», critica quanti, la Lega Nord in primis, si sono schierati e si battono contro il progetto. «Erigere muri con chi ci abita accanto ed ha i propri figli a scuola con i nostri», osserva Marconi, «è il miglior regalo che possiamo fare all'integralismo». L'attenzione del braccio destro di Scapin, da sempre sensibile ai temi sociali e dell'integrazione, è rivolta infatti agli immigrati di seconda e terza generazione residenti in città: «La riscoperta delle loro radici culturali li farebbe sentire parte della comunità in cui vivono attualmente. Del resto, una decina di anni fa proprio qui a Legnago, all'epoca dell'ex Giunta Gandini, era stata avviata una scuola di lingua araba aperta la domenica mattina». Marconi, infine, bolla come «polemiche di bassa lega» quelle sollevate attorno al progetto di «Al Wifaq» dal Carroccio cittadino. Dal canto suo, la Lega Nord ha deciso di continuare la battaglia contro la creazione di quella che, secondo il segretario del Carroccio legnaghese Luciano Giarola, «è in realtà una moschea mascherata sotto forma di associazione».