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Uno sguardo alla storia della traduzione del Corano in Bosnia

23:49 - October 29, 2024
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Tehran-Iqna- I primi traduttori del Corano in lingua bosniaca si sono concentrati principalmente sulla corretta trasmissione del significato dei versetti, ma negli ultimi decenni l'attenzione è stata rivolta anche agli aspetti estetici

Uno sguardo alla storia della traduzione del Corano in Bosnia

 

I primi traduttori del Corano in lingua bosniaca si sono concentrati principalmente sulla corretta trasmissione del significato dei versetti, ma negli ultimi decenni l'attenzione è stata rivolta anche agli aspetti estetici.

Questo secondo quanto riportato in un articolo pubblicato dal sito web Al-Muslimun Hawl al-Alam sulle traduzioni del Libro Sacro in lingua bosniaca, di cui riportiamo alcuni estratti:

Il bosniaco è una delle lingue slave meridionali parlate nella zona dei balcani insieme al serbo e il croato che si è però arricchita più di queste ultime grazie alle sue maggiori interazioni culturali con il turco ottomano.

Nel tempo ci sono state numerose traduzioni del Corano in bosniaco, tutte accomunate dallo sforzo di trasmettere correttamente i concetti ed i significati.

Uno sguardo alle prime traduzioni mostra che l'attenzione principale era rivolta al significato, ma col passare del tempo i traduttori hanno prestato maggiore attenzione anche alla scoperta dei valori letterari e strutturali del testo.

La prima traduzione del Libro Sacro in lingua bosniaca è stata realizzata da un non musulmano, il sacerdote ortodosso Mihajlo Mićo Ljubibratić.

Fu pubblicato per la prima volta in 479 pagine nel 1895, dopo la morte di Ljubibratić, e poi ristampato nel 1990.

Con questa traduzione il sacerdote ortodosso voleva avvicinare musulmani e serbi cristiani e promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra di loro loro.

Nel suo lavoro si affidò a numerose traduzioni francesi e russe del Corano. Va detto comunque che l'opera, nonostante il suo valore, non è esente da errori.

In seguito fu presentata una traduzione realizzata da due studiosi musulmani di nome Jamaleddin Jashvic (1870-1932) e Hafiz Mohamed Banja (deceduto nel 1962). Fu accolta con favore dai fedeli e dagli studiosi bosniaci quando fu pubblicata nel 1937.

I due si affidarono a traduzioni persiane, turche e tatare del Corano. Anche in questo caso l'opera, pur accolta in modo positivo da pubblico e studiosi, non era esente da errori. La loro traduzione fu ristampata più volte.

Un'altra traduzione pubblicata sempre nel 1937 fu quella del Mufti dell'Erzegovina Haj Ali Ridha Qarabac (deceduto nel 1944). Era una traduzione che conteneva diversi errori.

Durante il periodo in cui la Bosnia faceva parte della Jugoslavia socialista il governo si rifiutò di riconoscere la lingua bosniaca e non ne consentì l'uso tra il 1945 e il 1990.

In questo periodo la sola traduzione del Corano in questa lingua fu quella del Prof. Besim Korkut (1904-1975), laureato all'Università egiziana islamica di Al-Azhar.

Nella sua traduzione Korkut ha beneficiato dell'esegesi del Corano "Al-Kashaf" di Zamakhshari, un teologo persiano del dodicesimo secolo.

Pubblicata nel 1977, dopo la morte di Korkut, la traduzione è stata elogiata per la sua qualità soprattutto nella trasmissione del significato dei versetti.

Dopo l'indipendenza della Bosnia dalla Jugoslavia nel 1990, la traduzione del Corano e di altri testi sacri islamici prese nuova linfa.

Una di queste fu la traduzione affettuata da Mustafa Mlivo, pubblicata nel 1994 e ristampata un anno dopo in 719 pagine.

Un'altra traduzione fu quella di Enes Karić, pubblicata nel 1995 e considerata una delle migliori traduzioni del Libro Sacro in lingua  bosniaca.

Ma la traduzione di maggior successo è quella di Esad Duraković, capo del dipartimento di orientalismo dell'Università di Sarajevo e membro dell'Accademia araba di Damasco.

Intitolata “Kuran sa prevodom”, è considerata dagli esperti la migliore traduzione del Corano in lingua bosniaca.

Duraković è un importante accademico di studi arabi e islamici. Dopo essersi laureato all'Università di Belgrado, nell'allora Jugoslavia (ora Serbia) nel 1972, ha intrapreso la sua carriera accademica a Belgrado e Priština (oggi Kosovo) con una tesi di dottorato in letteratura araba. Dal 1991 Duraković è affiliato a varie istituzioni accademiche a Sarajevo.

La sua traduzione fu completata nel 2002 e pubblicata per la prima volta nel 2004. Contrariamente alle precedenti traduzioni in bosniaco, Duraković afferma di riprodurre la vera retorica del Corano.

Ad esempio ritiene necessario seguire le svolte retoriche (al-iltifāt) del testo originale arabo durante la traduzione. In uno studio in cui spiega la sua metodologia di traduzione quando lavora con il testo coranico, Duraković scrive che "qualsiasi punto di iltifāt coranico oltre ad avere una funzionalità stilistica migliorata, è carica di significato; porta in sé l'essenza del messaggio coranico". In un'introduzione alla sua traduzione, Duraković rivela la sua convinzione nella necessità di una traduzione dei significati del Corano che dia priorità all'eloquenza del testo originale piuttosto che affrontare semplicemente questioni teologiche "come hanno fatto altri traduttori in precedenza".

Gli strumenti artistici che Duraković usa per realizzare questo approccio sembrano essere piuttosto innovativi. Innanzitutto intraprende una traduzione poetica delle Surah meccane che ne parafrasa il significato per conformarsi a uno specifico schema di rime. La Surah Al-Ṭīn (95), ad esempio, è resa con la rima finale -e- per ripetere la rima finale -īn- presente nel testo originale arabo. Anche altre Surah meccane, a seconda dello stile dell'originale, sono tradotte utilizzando uno schema di rime.

Al contrario, la sua traduzione delle Surah medinesi, a causa delle loro caratteristiche stilistiche, avviene in una forma più prosaica (sebbene anche qui alcune terminazioni dei versi abbiano uno schema di rime) e generalmente corrisponde agli ideali della teoria della traduzione di equivalenza dinamica.

Un punto di forza particolare di questa opera è l'assenza di eccessiva insistenza nella traduzione letterale parola per parola e l'addomesticamento piuttosto intelligente dei concetti chiave da parte di Duraković. Lo stile della traduzione la rende accessibile a un vasto pubblico in Bosnia e nei vicini stati balcanici.

Oltre agli esempi elencati, esistono molte altre traduzioni del Corano in bosniaco, alcune in caratteri arabi e altre in latino, che non sono mai state pubblicate.

 

Uno sguardo alla storia della traduzione del Corano in Bosnia

 

 

 

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