The Cradle. Diversi governi hanno avvertito i propri cittadini partecipanti alla Global Sumud Flotilla di un imminente attacco israeliano, secondo le dichiarazioni degli organizzatori della flottiglia del 25 settembre.
Il convoglio di aiuti, composto da decine di navi che tentano di rompere il blocco su Gaza, ha navigato durante la notte tra mercoledì e giovedì attraverso le acque greche e dovrebbe entrare in acque internazionali entro poche ore.
Gli attivisti hanno riferito che dei droni hanno sorvolato una delle navi, la Omar al-Mukhtar, che trasporta una clinica medica mobile, e hanno confermato che la flotta era già stata presa di mira da 12 attacchi di droni che hanno colpito nove imbarcazioni.
Gli organizzatori della flottiglia affermano che la missione continuerà nonostante le minacce, insistendo sulla necessità di consegnare aiuti umanitari direttamente nella Striscia assediata e nelle mani della sua popolazione affamata.
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha condannato gli attacchi e ha annunciato l’invio di una seconda fregata, un giorno dopo l’invio della prima, per scortare la flottiglia, a cui si è ora aggiunta la Spagna, che ha anche contribuito con una nave militare.
Ha affermato che la fregata italiana Fasan, precedentemente a nord di Creta, era già in rotta verso la flottiglia per possibili operazioni di soccorso.
Il governo del primo ministro italiano Giorgia Meloni ha proposto di dare gli aiuti a Cipro e al Patriarcato Latino di Gerusalemme per la consegna a Gaza – un ufficio della Chiesa cattolica con giurisdizione sui cattolici in Israele e nelle regioni limitrofe – che si assumerà la responsabilità della consegna.
“Voglio ribadire la mia opinione su questa questione perché tutto ciò è gratuito, pericoloso, irresponsabile”, ha dichiarato Meloni in un’intervista.
“Non c’è bisogno di mettere a rischio la propria incolumità. Non c’è bisogno di entrare in una zona di guerra per consegnare aiuti a Gaza, che il governo italiano e le autorità competenti [avrebbero potuto] consegnare in poche ore”, ha aggiunto. La sua proposta è in linea con le richieste israeliane di consegnare gli aiuti al porto di Ashkelon, direttamente a nord della Striscia di Gaza, in modo che possano essere trasferiti sotto la supervisione israeliana.
Gli organizzatori della Global Sumud Flotilla hanno respinto le richieste dei governi italiano e israeliano, affermando: “La nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originale di rompere l’assedio illegale (di Israele) e fornire aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza”.
Hanno descritto le richieste di Tel Aviv come parte del blocco israeliano di lunga data su Gaza, piuttosto che come una proposta logistica neutrale. Hanno affermato che la mossa mira a ostacolare i soccorsi e delegittimare gli sforzi per contrastare l’assedio.
“Dal maggio 2025, dopo aver revocato il cosiddetto ‘blocco totale’, Israele ha consentito l’ingresso a Gaza di soli 70 camion al giorno, mentre le agenzie delle Nazioni Unite stimano che ne siano necessari dai 500 ai 600 per soddisfare i bisogni primari”, si legge nella loro dichiarazione.
Il ministero degli Esteri israeliano ha scritto su X che “La flottiglia di Hamas rifiuta la proposta di Israele di scaricare pacificamente gli aiuti al vicino porto turistico di Ashkelon. Invece, sceglie la strada illegale: entrare in una zona di combattimento e violare il legittimo blocco navale”.
Il Ministero ha accusato la flottiglia di cercare di “aiutare Hamas” piuttosto che consegnare aiuti, insistendo sul fatto che Ashkelon è l’unico canale praticabile per gli aiuti umanitari, nonostante centinaia di camion rimangano fermi appena fuori dall’enclave assediata dove la carestia continua a diffondersi.
Traduzione per InfoPal di F.L.
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