Più del 50% dei cittadini svedesi sostiene la promulgazione di una norma che vieti la profanazione del Corano.
Il dato è il risultato di un sondaggio condotto dall'istituto di ricerca Sipo e pubblicato sabato.
Secondo i dati, il 34% degli intervistati afferma che bruciare le sacre scritture è sinonimo di libertà di parola e di espressione, mentre il 15% non ha commentato.
Il sondaggio è stato condotto dal 14 al 16 marzo con il coinvolgimento di 1.370 intervistati.
Intanto l'emittente pubblica svedese SVT ha reso noto che gli atti di provocazione del politico danese islamofobo Rasmus Paludan contro il Libro Sacro dei musulmani sono costati al paese del paese circa 88 milioni di corone svedesi (8,5 milioni di dollari).
Paludan, che è leader del partito danese Stram Kurs, è noto per aver organizzato in diversi paesi europei manifestazioni in cui ha dato alle fiamme il Corano e ingiuriato contro i musulmani.
Le sue provocazioni hanno causato incidenti e scontri oltre che tensioni diplomatiche tra alcuni governi europei ed i paesi islamici.
Le azioni di Paludan e l'atteggiamento accondiscendente di alcuni governi europei nei suoi confronti hanno provocato non solo le proteste della comunità islamica ma anche quelle di numerose personalità pubbliche europee e delle associazioni per la difesa dei diritti delle minoranze religiose, così come di gran parte dell'opinione pubblica nei paesi coinvolti.
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