Lo studioso iraniano Hojjat-ol-Islam Seyyed Mohammad Hosein Doai afferma che la filosofia islamica deve svolgere un ruolo più importante nel dialogo internazionale e interreligioso, sostenendo che i suoi fondamenti razionali e spirituali rispondono direttamente alle esigenze del mondo moderno.
Doai, docente di seminari islamici e università, ha dichiarato in un'intervista a IQNA che una seria partecipazione al dibattito globale e interreligioso "non può essere raggiunta senza attingere alla filosofia e a un approccio filosofico".
Lo studioso ha affermato che la filosofia islamica, con la sua enfasi sia sulla ragione che sulla spiritualità, è ben posizionata per affrontare le sfide intellettuali contemporanee.
Doai ha descritto l'attuale contesto globale come un contesto in cui le società hanno "assaporato l'amara esperienza di inseguire false razionalità e false spiritualità", lasciando molte persone in quello che ha definito "vicoli ciechi spirituali ed epistemici".
In questo contesto, ha affermato, la tradizione filosofica islamica offre "un'importante forza e un'opportunità del tutto eccezionale". "Rafforzando la presenza della filosofia islamica nelle interazioni internazionali, possiamo avere parole nuove e attraenti per l'uomo nichilista, relativista, ateo e persino satanista dell'Occidente e dell'Oriente". Ciò, ha aggiunto, può contribuire a espandere il pensiero teologico islamico in tutto il mondo.
Doai ha espresso rammarico per il fatto che la filosofia islamica non abbia ancora la "meritata e necessaria quota" negli scambi internazionali e interreligiosi.
Lo studioso ha sostenuto che la filosofia islamica può elevare il dialogo oltre la teologia e coinvolgere campi più variegati come l'epistemologia, l'ontologia, l'antropologia, la sociologia e la teoria dei valori, ambiti in cui ritiene possibile e necessario un impegno più profondo.
Parlando del dialogo con le tradizioni dell'Asia orientale, Doai ha affermato che religioni come l'Induismo, il Buddismo, il Taoismo, il Confucianesimo e lo Shintoismo differiscono fondamentalmente dall'Islam nei concetti di Dio, dell'aldilà e dello scopo dell'esistenza umana.
Il religioso ha sottolineato l'enfasi di queste tradizioni religiose sul karma e sulla reincarnazione anziché sulla resurrezione, e la loro attenzione all'armonia piuttosto che all'unità divina. Ciononostante, secondo Doai esistono punti di contatto, dato che l'esperienza mistica e le idee relative all'unità dell'esistenza compaiono in entrambe le tradizioni e possono costituire un punto di partenza.
"Nel dialogo con le religioni orientali bisogna fare affidamento sull'esperienza della verità, non sulla sua definizione teologica", ha affermato, aggiungendo che un'attenzione condivisa all'etica e alle conseguenze delle azioni umane può anche favorire scambi significativi.
Doai ha invitato ad attivare le capacità inutilizzate della filosofia islamica adottando la ragione e la natura umana come linguaggi universali. Ha sottolineato che questo approccio può ridurre "il fondamentalismo cieco e il pregiudizio ignorante" e incoraggiare la convivenza pacifica.
Lo studioso ha inoltre indicato valori universali come giustizia, onestà e compassione come terreno comune su cui poggiare il dialogo con le altre culture e religioni.
Doai ha raccomandato di promuovere le dimensioni mistiche della filosofia islamica, sostenere programmi di filosofia comparata, migliorare le traduzioni, semplificare concetti complessi per il pubblico e rafforzare le partnership accademiche.
Doai ha quindi osservato che rivitalizzare il patrimonio razionale dell'Islam potrebbe approfondire la comprensione globale e sostenere un più ampio coinvolgimento tra le tradizioni.
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