
Una copia originale di una delle prime traduzioni del Sacro Corano in lingua turca è stata scoperta in una delle principali biblioteche della Turchia. A darne notizia è stato uno studioso che ha confermato l’importanza storica del ritrovamento.
Il teologo turco Necmi Atık ha annunciato il ritrovamento della seconda copia originale della traduzione del Sacro Corano realizzata da Hamdi Yazır, redatta in una forma più chiara e accessibile. Il manoscritto è emerso dagli archivi di una vasta biblioteca privata appartenuta al nipote del celebre studioso, secondo quanto riportato da Turk Press.
Atık, residente ad Antalya, ha avviato la ricerca mentre preparava un dottorato dedicato alle opere di Yazır. Dopo aver contattato alcuni parenti, ha raggiunto Istanbul per esaminare la biblioteca di Mehmet Hamdi Yazır, nipote dell’autore. Qui ha catalogato con cura manoscritti, calligrafie, lettere e poesie, digitalizzando l’intero materiale.
Durante questo lavoro è emersa la seconda versione originale della traduzione del Corano, considerata una delle opere più significative di Yazır. Il ritrovamento getta nuova luce sul processo di traduzione avviato dopo la fondazione della Direzione degli Affari Religiosi della Turchia (Diyanet) nel 1924. Inizialmente, la traduzione era stata affidata a Mehmet Akif Ersoy, che però si ritirò nel 1931, spingendo la Diyanet a chiedere a Yazır di completare personalmente il lavoro.
Secondo Atık, questa seconda versione si distingue per un linguaggio più limpido e comprensibile, pur mantenendo alcuni termini non tradotti, come i nomi divini. Gli ultimi due Juz (le parti 29 e 30) presentano inoltre uno stile particolarmente raffinato, con una resa più poetica.
Atık sottolinea che Yazır mantenne un contatto costante con la Direzione degli Affari Religiosi (Diyanet) durante il suo lavoro di interpretazione e traduzione. «Ho attraversato diverse fasi della mia tesi di dottorato e ho trovato la seconda versione originale della traduzione del Sacro Corano nell’archivio di suo nipote. È il risultato di otto anni di studi di Yazır. Presto presenterò queste opere ai lettori», ha dichiarato.
Chi era Yazır
Mehmet Hamdi Yazır nacque nel 1878 ad Almaly, nella provincia di Antalya. Suo padre, Sheikh Numan Efendi, era cancelliere del tribunale della Sharia della città. Proveniente da una famiglia con una solida tradizione negli studi religiosi, Yazır crebbe in un ambiente erudito fin dall’infanzia. Le sue origini familiari risalgono inoltre a un ramo degli Oghuz, una delle principali tribù turche.
Nel 1895, Mehmet Hamdi Yazır si trasferì a Istanbul insieme allo zio Mustafa Sarılar. All’epoca, la città era il principale centro culturale e scientifico dell’Impero Ottomano. Qui si iscrisse alla Scuola di Santa Sofia e seguì anche le lezioni di importanti studiosi attivi in diversi istituti. Si distinse rapidamente nell’arte della calligrafia araba, realizzando opere di notevole eleganza. Concluse gli studi con lode nel 1905 e proseguì la formazione presso il Maktabul Maştırım, l’istituto che formava i giudici, diplomandosi nuovamente con il massimo dei voti.
Parallelamente, Yazır approfondì la filosofia, disciplina nella quale eccelse. Era un raffinato letterato e padroneggiava più lingue: oltre al turco, conosceva perfettamente l’arabo, il persiano e il francese. Appassionato di letteratura, compose poesie in tre lingue — turco, arabo e persiano — confermando la sua versatilità intellettuale e artistica.
Yazır insegnò per due anni alla Scuola di Bayezid e tenne lezioni anche presso la Scuola dei Rappresentanti, la Scuola dei Giudici e altri istituti dell’epoca. La sua carriera pubblica lo portò a essere eletto rappresentante di Antalya in parlamento. Nel 1918 entrò a far parte della Casa Islamica della Saggezza, di cui divenne successivamente presidente. Ricoprì inoltre l’incarico di ministro dei Beni Religiosi nel governo guidato da Ferid Pasha.
Con la proclamazione della Repubblica di Turchia, Yazır fu processato dal “Tribunale dell’Indipendenza” e condannato a morte. In seguito venne assolto, ma scelse di ritirarsi completamente dalla vita pubblica. Rimase nella sua abitazione per quasi diciassette anni, fino alla sua morte nel 1942, lasciando in eredità preziosi ricordi e opere di grande valore per le generazioni future.
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