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Comandante Forza Quds: il martirio è un mezzo di comunicazione

23:53 - March 01, 2023
Notizie ID: 3488711
Tehran-Iqna- Il comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha affermato che il martirio è di per sé un media in quanto tramite esso viene dimostrata la legittimità della giusta causa

Comandante Forza Quds: il martirio è un mezzo di comunicazione

 

Il comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha affermato che il martirio è di per sé un media in quanto tramite esso viene dimostrata la legittimità della giusta causa.

Il generale di brigata Esmail Qaani ha fatto l'osservazione durante un discorso ad evento tenutosi a Teheran per commemorare i martiri giornalisti vicini all'asse della resistenza.

Qaani ha aggiunto che il martirio è un deciso movimento sulla retta via e che i martiri hanno dimostrato di essere i veri seguaci del Santo Profeta (pace su di lui).

Il comandante della Forza Quds ha descritto i martiri dei media della resistenza come persone aventi uno status speciale in quanto hanno compiuto la jihad e al tempo stesso promosso la cultura della resistenza.

"Questi martiri sono riusciti a ritrarre le luci e le bellezze della resistenza", ha affermato.

Riferendosi all'evento di Karbala, il generale Qaani ha sottolineato che essa è stata la più grande epopea umana i cui eventi sono stati segnati nella storia da Hazrat Zaynab (SA) e dall'Imam Sajjad (AS), i quali hanno raccontato la tragedia e mantenuta viva la memoria dei martiri di Karbala.

"Promuovere la cultura del martirio attraverso i media è seguire la stessa strada", ha affermato.

Il generale iraniano ha ricordato inoltre l'uso fatto dai nemici contro il mondo islamico, auspicando che il fronte della resistenza possa sviluppare ulteriormente le sue capacità in questo campo.

La prima conferenza internazionale dedicata ai martiri dei media della resistenza si è tenuta lunedì scorso a Tehran presso l'IRIB International Conference Hall.

All'evento hanno preso parte circa 230 familiari di martiri provenienti da Iran, Iraq, Yemen, Siria, Afghanistan, Palestina e Libano. Presenti anche funzionari e personalità legate al mondo dei media dei suddetti paesi.

 

 


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