Due centri culturali e spazi di preghiera appartenenti alla comunità islamica nel distretto di Monfalcone, nella provincia nord-orientale di Gorizia, sono stati chiusi dalle autorità cittadine, provocando frustrazione e forti proteste tra la comunità musulmana locale, composta principalmente da lavoratori del Bangladesh.
Secondo l'agenzia Anadolu, la chiusura è stata effettuata su iniziativa del sindaco Anna Maria Cisint, esponente del partito populista di destra Lega Nord.
Oltre a chiudere i centri, il sindaco ha dichiarato come cantiere un ex supermercato dove i musulmani erano soliti riunirsi per pregare, impedendone così l'utilizzo da parte della comunità islamica.
La decisione è stata criticata dall'esponente dell'opposizione Furio Honsell, secondo cui la chiusura arbitraria dei centri viola articoli essenziali della Costituzione che difendono la libertà di culto sul territorio nazionale.
A fianco della comunità islamica si sono schierate anche alcune associazioni e chiese locali, le quali hanno espresso solidarietà ai musulmani, chiedendo il rispetto del diritto di poter professare liberamente il proprio culto per tutte le comunità religiose.
A tal proposito l'Imam Abdel Majid Kinani ha invitato la comunità musulmana a protestare pacificamente contro la decisione il 23 dicembre.
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