IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 7

9:50 - September 19, 2020
Notizie ID: 3485487
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 7

 

L’incontro con Abú Hirrà

Di primo mattino un uomo soprannominato Abú Hirrà, che veniva da Kufa, venne dall’Imam Husseyn (as); lo salutò e disse: “O figlio del Messaggero d’Allah, perché hai lasciato il Santuario di Dio e il Santuario del Inviato d’Allah?”. Rispose: “O Abu Hirrà, i Baní Umayyah mi hanno tolto i beni, e io ho pazientato; si sono mostrati ostili nei confronti della mia famiglia, e io ho pazientato; ora vogliono versare il mio sangue, e io sto fuggendo. Giuro su Dio che questi tiranni mi uccideranno. Dio però li umilierà, farà loro assaggiare la tagliente spada della vendetta e farà prevalere su di loro chi li umilierà piú di quanto fu umiliato il popolo dei Sabà, che fu governato da una donna che faceva quello che voleva dei loro beni e delle loro vite”. Dopo aver pronunciato queste parole riprese il viaggio assieme alla sua carovana.

Zuhair Ibn Qain incontra l’Imam Husseyn (as)

Un gruppo di persone, appartenenti alle tribú dei Baní Fizàrah e dei Bujailah, hanno tramandato il seguente hadith: «Lasciammo con Zuhair Ibn Qain la città della Mecca e intraprendemmo il viaggio, stando piú indietro della carovana dell’Imam Husseyn (as). A un certo punto del viaggio la nostra carovana incontrò quella di Husseyn (as); proseguimmo il viaggio insieme e, siccome Zuhair non voleva incontrare Husseyn (as), il nostro gruppo sostava sempre poco piú lontano da quello dell’Imam.

Un giorno fummo però costretti a sostare nello stesso luogo. Mentre eravamo impegnati a mangiare, venne una persona da parte dell’Imam Husseyn (as), salutò i presenti e disse: “O Zuhair Ibn Gain, Aba Abdillah Al-Husseyn mi ha mandato a chiamarti”. A sentire queste parole, sprofondammo tutti in un silenzio di riflessione. La moglie di Zuhair disse: “Subhanallah! Il figlio del Profeta ti convoca e tu non vai?! Cosa succede se vai da lui e senti ciò che ha da dirti?”. Zuhair balzò allora in piedi e andò dall’Imam (as).

Ritornò poco dopo con un viso splendente di gioia e ordinò di piantare le tende vicino all’accampamento di Husseyn (as). Rivolgendosi poi alla propria moglie, disse: “Io divorzio da te, poiché non voglio che tu subisca danni a causa mia. Ho deciso di seguire Husseyn e di sacrificare corpo ed anima per lui”. Dopo aver pagato quanto doveva alla moglie, l’affidò al cugino affinché la riportasse dai suoi parenti. La donna andò da Zuhair e iniziò a piangere; disse: “Che Iddio t’assista e ti renda beato. Ti prego di fare il mio nome al nonno di Husseyn (l’Inviato di Dio) nel Giorno del Giudizio”. Zuhair disse poi ai suoi compagni: “Chi vuole mi segua e chi non ha intenzione di seguirmi, sappia che questa è l’ultima volta che mi vede”»

Husseyn (as) riprese il viaggio e raggiunse Zubàlah. Fu in quel luogo che lui e quelli che lo seguivano vennero a sapere del martirio di Muslim Ibn Aqíl. A sentire questa notizia, quelli che si erano messi in viaggio con l’Imam bramosi di raggiungere una qualche posizione, se ne andarono, mentre la sua famiglia e i suoi fedeli compagni rimasero accanto a lui. Per il martirio di Muslim piansero e si lamentarono. Husseyn (as) continuò con assoluta decisione il viaggio verso il martirio.

Durante il viaggio, il poeta Farazdag lo incontrò e disse: “O figlio del Messaggero d’Allah, come fai a fidarti della gente di Kufa, che ha ucciso Muslim e i suoi compagni?”. Husseyn (as) pianse e disse: “Che Iddio benedica Muslim, che ha raggiunto la vita eterna, l’infinita grazia di Dio, che è entrato in Paradiso e ha ottenuto il consenso divino. Egli ha portato a termine la sua divina missione; noi però siamo ancora per strada {non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo}”.

Dopodiché recitò i seguenti versi: “Se il mondo viene considerato prezioso, senza dubbio, la ricompensa di Dio ha un valore maggiore. Se i corpi sono stati creati per la morte, sicuramente per un uomo è meglio morire di spada sul sentiero di Dio. Se il pane quotidiano è stato ripartito e predestinato, è piú decoroso che l’uomo non abbia molta brama delle cose del mondo; e se si accumulano ricchezze per poi lasciarle e andarsene, perché allora dimostrarsi avari rispetto a ciò che si dovrà un giorno abbandonare”

Il martirio di Qais Ibn Musahhar

Husseyn (as) scrisse una lettera indirizzata a Sulaiman Ibn Surad Al-khuza´i, Al-musayyab Ibn NajbahRufa´ah Ibn Shaddàd e ad altri Shi°iti di Kufa, e la mandò tramite Qais Ibn Musahhar As-saidawiyy.

Quando Qais arrivò nei pressi di Kufa, fu visto da Al-Husseyn Ibn Numair, che era uno degli uomini di Ibn Ziad. Volle perquisirlo, ma Gais tirò fuori la lettera e la strappò. Al-Husseyn Ibn Numair condusse Qais da Ibn Ziad, il quale gli chiese: “Chi sei?”. Rispose: “Sono uno dei seguaci di °Alì, il Principe dei Credenti, e di suo figlio Husseyn”. Chiese ancora: “Perché hai strappato la lettera?”. Rispose: “Affinché tu non venga a conoscenza del suo contenuto”. Disse: “Di chi era la lettera e a chi era indirizzata?”. Rispose: “Era una lettera di Husseyn ad alcuni abitanti di Kufa dei quali io non conosco i nomi”. Ibn Ziad si arrabbiò e disse: “Giuro su Dio che non ti libererò finché non mi dirai i loro nomi o non ingiurierai sul pulpito Husseyn, suo padre e suo fratello. In caso contrario ti farò a pezzi”.

Qais rispose: “I nomi non te li dirò mai. Per quanto riguarda invece maledire Husseyn, suo padre e suo fratello, posso fare qualcosa per te”. Salí cosí sul pulpito, lodò Dio, benedí il Profeta (S) Muhammad (S)l’imam °Alì (as), e i suoi due figli Hasan (as) e Husseyn (as). Maledí dunque Ubaidullàh Ibn Ziad, suo padre e la dinastia ommaide.

Dopodiché disse: “O gente, io sono l’inviato di Husseyn! Egli si trova nella tal località {nel testo non viene citato il nome di questa località}, andategli in contro e aiutatelo”. Questo fatto venne comunicato a Ibn Ziad, che ordinò di gettare Qais giú dal tetto del palazzo. Quando Husseyn (as) venne a sapere del martirio di Qais, pianse e disse: “O Dio, riserva ai nostri seguaci buone dimore e, per misericordia, fai in modo che siano sempre con noi; poiché, in verità, Tu sei l’Onnipotente”

Si narra che Husseyn (as) inviò la lettera di cui si è parlato dalla località di Al-hàjiz; altre tradizione indicano invece il nome di un’altra località al posto di Al-hàjiz.

 

 

 

 

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