Diversi attivisti per i diritti umani in Svezia hanno lanciato una massiccia campagna sui social media per condannare la revoca della custodia dei figli alle famiglie musulmane con il pretesto di "condizioni di vita inadeguate".
La legge svedese sull'assistenza all'infanzia consente ai servizi sociali di prendersi cura di tutti i bambini di una famiglia se dovessero ritenere che le condizioni in cui si trovano sono inadeguate.
Le famiglie di fede islamica accusano però le autorità di cercare pretesti per "rapire" i loro figli e consegnarli a famiglie culturalmente e religiosamente diverse.
Il fatto ha suscitato forti critiche in Svezia, dove gli attivisti per i diritti umani cercano di mettere in evidenza i problemi creati alle famiglie musulmane e la presenza di eventuali motivazioni di natura xenofoba o islamofoba nelle decisioni prese in merito alla questione da parte delle autorità.
I rapporti dalla Svezia indicano un numero scioccante di casi in cui la custodia dei figli viene revocata alla famiglia d'origine. Ogni anno nel paese sono circa ventimila i bambini redistribuiti dai servizi sociali a nuove famiglie.
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